L’iniziativa parte da uno studio: 1300 gli eventi presenti sul territorio nazionale.
Un patrimonio utilissimo per i nuovi indirizzi di politica culturale.
Venerdì 5 febbraio in streaming il primo confronto.
Dal 7 al 9 maggio a Giffoni Valle Piana gli Stati generali in presenza per definire una piattaforma di proposte condivise.
Il direttore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi: "abbiamo necessità di conoscerci e di avviare una riflessione corale. Una risposta così entusiasta è la conferma della comune esigenza di definire insieme linee guida da offrire alle istituzioni e ai privati. Solo così potremo risollevare il sistema Paese dalle macerie della pandemia."
Costruire insieme l’Italia del post Covid, partendo dalla cultura: da Giffoni una call to action indirizzata alle rassegne e ai festival cinematografici italiani, partendo da uno studio interessante, quello sulle numerosissime realtà di respiro locale, regionale, nazionale ed internazionale che si muovono intorno al cinema. L’analisi, compiuta da Giffoni, ha censito l’esistenza di circa 1300 rassegne e festival. Si tratta di un numero approssimato per difetto perché, se si considerano anche i Premi o le iniziative meno articolate, si arriva ad un totale di oltre 1700 eventi presenti sul territorio nazionale. Un panorama, perciò, di grande valore e di grande interesse che coinvolge ed incide su aree metropolitane e città medie, su borghi e periferie, intessendo una rete culturale che va valorizzata, anche e soprattutto alla luce dell’attuale contesto di emergenza sanitaria. Interessante, infatti, il dato sulla distribuzione che è omogenea sull’intero territorio nazionale e che restituisce l’immagine di un Paese che da sempre punta sul cinema come attività culturale e formativa di grande rilievo. I circa 1300 festival e rassegne cinematografiche sono così suddivisi per Regione: Abruzzo 20; Basilicata 23; Calabria 23; Campania 92; Emilia-Romagna 90; Friuli-Venezia Giulia 29; Lazio 243; Liguria 27; Lombardia 123; Marche 29; Molise 4; Piemonte 126; Puglia 54; Sardegna 46; Sicilia 67; Toscana 103; Trentino-Alto Adige 19; Umbria 27; Valle d’Aosta 10; Veneto 87.
Da questa analisi prende avvio l’iniziativa fortemente voluta da Claudio Gubitosi, fondatore e direttore di Giffoni Opportunity che si pone l’obiettivo di costruire un pensiero ed una riflessione corale sugli indirizzi di politica culturale che l’Italia dovrà assumere nella fase del post Covid-19, quando, cioè, si tornerà alla normalità ma saranno comunque presenti e persistenti gli effetti che la pandemia avrà determinato sul sistema culturale italiano, in particolare da un punto di vista economico e sociale. Un equilibrio ormai sedimentato da decenni è stato sovvertito dal virus. È giusto, perciò, avviare una riflessione, che parta innanzitutto dalla conoscenza reciproca per definire, in un percorso che si immagina costruttivo e partecipato, una piattaforma di proposte e di idee.
Nei mesi scorsi Claudio Gubitosi ha individuato 250 tra rassegne e festival cinematografici italiani, a cui far pervenire in questa fase iniziale il suo appello. Ha, perciò, scritto ai direttori di questi eventi per chiedere la loro disponibilità ad un confronto che avesse come presupposto la necessità di collaborare, di cooperare e di trovare una linea comune di intervento, in un tempo straordinario come quello che si sta vivendo a livello mondiale. All’appello hanno risposto oltre 140 eventi. Il confronto partirà in streaming venerdì 5 febbraio, con inizio alle ore 10.30, per proseguire con gli Stati Generali che si svolgeranno in presenza dal 7 al 9 maggio a Giffoni Valle Piana.
«La risposta – commenta Claudio Gubitosi - è assolutamente gratificante. L’entusiasmo che l’iniziativa ha registrato sin dall’inizio mi ha ulteriormente convinto della necessità di intraprendere questo percorso comune per individuare una strategia collettiva con la finalità di rendere un servizio al nostro Paese, all’Italia delle eccellenze e dei talenti. Quando il Covid-19 sarà stato debellato, non possiamo assolutamente farci trovare impreparati. Dobbiamo essere pronti a costruire un nuovo sistema e a dare nuove forme ai nostri festival perché, è evidente, il mondo come lo conoscevamo prima di questa emergenza sanitaria ormai è preistoria. E solo insieme possiamo affrontare le sfide che il futuro ci pone di fronte».
All’incontro di venerdì 5 febbraio parteciperanno, tra gli altri, il sociologo Domenico De Masi, che proprio di recente ha pubblicato il suo ultimo saggio dal titolo “Smart working. La rivoluzione del lavoro intelligente”, Barbara Maussier, dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione e docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università di Roma Tor Vergata, il professore Roberto Parente del Dipartimento di Scienze Aziendali - Management & Innovation Systems dell’Università degli Studi di Salerno, che con il professor Ayman El Tarabishy ha realizzato, presso la George Washington University – School of Business, un ampio studio sull’esperienza di Giffoni. Interverrà il dottor Nicola Borrelli, Direttore Generale per il Cinema e l’audiovisivo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo.
«L’obiettivo principale – spiega Claudio Gubitosi - è conoscerci e se possibile affrontare insieme, in cooperazione, il senso e il percorso degli eventi cinematografici italiani sulle macerie lasciate dalla pandemia nel mondo della Cultura, e quindi anche nel nostro. Il virus, con le sue conseguenze nefaste, impazza ancora e le lacerazioni sociali e le preoccupazioni economiche e finanziarie emergono con più forza. In Italia ancora di più. È giusto porsi insieme alcuni interrogativi e arrivare, in maniera collettiva, a darci delle risposte. Quali saranno quindi le priorità alle quali dovranno far fronte Stato, Regioni ed Enti Locali? In che modo risponderanno all’appello aziende, sponsor e mecenati e quale sostegno continueranno a mettere in campo per la Cultura? Quali saranno le necessità primarie dei cittadini e e dei nostri rispettivi pubblici? Quali prospettive e quale mondo troveremo nel sistema cinematografico italiano e mondiale? Quali azioni dobbiamo anche noi mettere in campo per riportare fiducia, bellezza, benessere? In una parola, dobbiamo essere bravi ad accogliere le sfide di un mondo nuovo che, senza retorica o concetti banali e superficiali, chiede ovunque una Ri(E)voluzione di idee e di innovazione. Capire tutto questo, affrontare insieme in unione, una linea comune di azione e di impegno, credo che possa essere un forte segnale a tutto il sistema e anche un primo importante passo di politica culturale italiana che credo, oggi più che mai, sia utile e necessaria».
Il punto di partenza è proprio la vivacità e la varietà del mondo delle rassegne e dei festival cinematografici che possono rappresentare l’antidoto per sconfiggere gli effetti negativi della crisi di sistema che inevitabilmente coinvolgerà l’Italia: «La quantità e la diversità delle iniziative - aggiunge Gubitosi - del panorama dei progetti e dei programmi cinematografici italiani è un patrimonio, è una ricchezza che parte da grandi, piccole e medie città del nostro Paese fino ad arrivare nei borghi e nei piccoli comuni più periferici. Insieme restituiamo un’immagine operosa e creativa di un’Italia che da sempre è grande nel mondo proprio per la sua storia, le sue radici, la sua cultura. Questa rete di iniziative, di idee, di intuizioni, di belle storie italiane non può non dare un proprio contributo in termini di proposte, sollecitazioni e stimoli. La fragilità è quanto il virus ci ha donato, oltre alle sue terribili conseguenze. Immaginare quindi di ripercorrere le stesse strade ferme al 2019 è un ulteriore motivo di preoccupazione. Il lavoro che facciamo non è solo produrre cultura ma arricchire i territori attraverso il turismo. Il nostro Paese ha perso 200 milioni di turisti, con circa il 55% di flusso mancante rispetto allo scorso anno. Ma nei luoghi non specificatamente turistici, come borghi e piccoli paesi, il segno negativo oscilla solo tra il 10/15%, a conferma delle tante letture sociologiche che raccontano di una fuga dai grandi centri, proprio in seguito al Covid, con l’approdo in realtà più piccole e meno alienanti. Dati che ci debbono far molto riflettere perché come operatori culturali siamo protagonisti nel sistema economico italiano che con la cultura produce il 17% del PIL nazionale».
L’incontro di venerdì 5 febbraio rappresenta una tappa importante di un percorso che arriverà fino al prossimo maggio, quando i direttori e i rappresentanti delle rassegne e dei festival cinematografici italiani si incontreranno proprio a Giffoni Valle Piana – nel corso di una tre giorni che si svolgerà dal 7 al 9 maggio 2021 – con l’obiettivo di dare vita ad una piattaforma di proposte che rappresenteranno uno strumento utilissimo per il sistema istituzionale italiano, a partire dal Mibact fino alle Regioni e alle autonomie locali, il primo manifesto programmatico del settore che raccoglierà le esperienze e le esigenze di chi è impegnato sul campo, promuove e lavora alla diffusione della cultura cinematografica.
«Proprio da GIffoni – conclude Claudio Gubitosi – piccolo centro dell’entroterra meridionale, cuore di una storia italiana così bella, potrà levarsi una voce che arrivi in ogni città, in ogni borgo, in ogni periferia del nostro Paese, ma anche nei palazzi delle istituzioni, nelle sedi delle grandi aziende che da sempre sostengono la cultura in Italia. Una voce che è di speranza, ma che è anche una chiamata al lavoro. A quel lavoro di ricostruzione e di trasformazione, di riedificazione che ci aspetta. Se davvero vogliamo vivere questa fase come una opportunità, non possiamo che farlo attraverso la coesione, la collaborazione, la cooperazione. La cultura, intesa in tutte le sue espressioni e forme, è un elemento insostituibile per quel recupero di valori e di energie a cui tutti aspiriamo, per scrivere un nuovo manuale di costruzione della felicità».