Il comitato No Crescent e Italia Nostra inviano a Franco Tavella, segretario generale della CGIL Campania, il dossier “L’altra faccia del Crescent, rapporto sulla speculazione perfetta”.
Il dossier potrà chiarire le idee al sindacalista Tavella il quale, nei giorni scorsi, è intervenuto sulla vicenda Crescent direttamente sul sito web della Cgil e con dichiarazioni alla stampa; è normale che il sindacalista non sia tenuto a conoscere nel dettaglio i contorni di una questione complessa, ma è bene che comprenda due concetti semplici: il Crescent è un condominio privato e non può essere messo - come egli erroneamente fa - sullo stesso piano di opere pubbliche, quali sono gli svincoli autostradali. Quel cantiere privato, inoltre, è bloccato non dai giudici amministrativi -come sostiene sbagliando Tavella- bensì dalla Magistratura penale, con provvedimento di sequestro preventivo dello scorso novembre. Sono varie e articolate le ipotesi di reato contestate a ben 31 indagati –tra essi politici, funzionari, dirigenti pubblici e imprenditori privati -, diverse e gravi le problematiche riscontrate dagli inquirenti.
Le associazioni avvertono le stesse preoccupazioni del sindacalista sulle garanzie per i lavoratori, tuttavia ritengono che lo sviluppo che egli invoca non può calpestare la legalità, non può venire prima del rispetto delle regole, se questo si consentisse saremmo di fatto in una “repubblica delle banane”. Lo sviluppo in un paese serio si fonda sulla legalità!
Su una cosa siamo di sicuro d’accordo con Tavella: il sistema così com’è non funziona, non si può lasciar costruire un’opera di forte impatto con autorizzazioni o pareri incerti o del tutto carenti. Non si può pensare che un comune assuma il “rischio d’impresa” e nemmeno è pensabile che gli enti di tutela sovraordinati siano "appiattiti" -come si legge nella perizia dei consulenti della Procura- rispetto ad un ente comunale.
comitato nocrescent